Tra i testimoni della rinascita:
Claudio, 25 anni, trapiantato di fegato il 30 marzo 2018, dopo circa 7 anni di malattia, una colangite sclerosante primitiva.
Il 7 dicembre la prima chiamata non andata a buon fine, poi, finalmente, la sera del 29 marzo 2018, la chiamata definitiva, quando ormai era in condizioni critiche. La grande emozione, la corsa verso il Policlinico, gli ultimi controlli e poi l’ingresso in sala operatoria, con la serenità di chi vuole finalmente liberarsi del peso della malattia, un fardello ormai diventato troppo pesante da sostenere e che non lasciava altra speranza di cura se non nel trapianto.
Ora posso dirlo. Il trapianto è vita.
Sonia, trapiantata

Volevo condividere con tutti voi la mia felicità… Ieri, a un anno esatto dal mio terzo trapianto ho realizzato il mio sogno… sposare l’ uomo che amo. Ringrazio il mio Angelo e tutta l’ equipe del prof. Rossi che ho sempre nel mio ❤. Grazie grazie grazie.
Umberto, trapiantato

Dal prossimo anno avrò un doppio compleanno. Festeggerò quello di Novembre, già pregustando il nuovo, il 19 Giugno.
Non credo riceverò mai un regalo più bello di quello che mi è arrivato quel lunedì, mentre uscivo dall’acqua fredda del fiume, per tornare a giocare con mia figlia e il mio nipotino, rubandogli una manciata di mirtilli, visto che lui si era divorato la mia banana.
L’ultimo cibo che ha dovuto elaborare il mio fegato stanco, che negli ultimi anni, produceva solo problemi di varie dimensioni, sui quali bisognava sempre intervenire (continua).
Gaetano, 64 anni con un fegato di 82 e un obiettivo: portare il suo nuovo fegato a 100 anni per ringraziare del gesto di altissima civiltà e grande carità del suo donatore!
Esprimete il consenso alla donazione. Fatelo subito!

Ho deciso di scrivere questo libro per testimoniare quella che per me è stata la rinascita: un processo che si è sviluppato nel corso di alcuni anni, prima e dopo il trapianto di fegato.
Come tutti possono immaginare, il trapianto è un evento spartiacque che suddivide la vita in un prima e in un dopo. Quella di prima è – per tutte le persone in attesa di trapianto – una vita di malattia e di sofferenza. Il livello di sofferenza dipende dalle singole patologie, ma è fuori di dubbio che tutti arrivino al trapianto perché non esistono altre opzioni terapeutiche. Il trapianto è molto più di una terapia. È un evento complesso che comporta la necessità di un dono: l’organo di una persona deceduta. La mia vita prosegue grazie al dono di quella persona che, in vita, ha espresso il consenso alla donazione degli organi. Una vita si spegne e un’altra – che stava per spegnersi – invece continua. Dopo il trapianto, inizia il processo di reintegrazione in una vita completamente diversa, dove gradualmente si riprende forza e, grazie ai farmaci immuno soppressori, si può sperare di avere ancora molto tempo davanti a sé. Ho cominciato a scrivere la mia storia per diversi motivi, alcuni dei quali mi sono divenuti chiari solo a libro ultimato.
Tra i nostri sostenitori:
Testimonianze dal web:
Veramente, mi è stata data una possibilità molto grande e ne sono molto grata. Ovviamente so solo che è una ragazza di 33 anni morta di cause cerebrali. Ha donato sette organi, ha salvato sette vite, il che per me è una cosa meravigliosa. Veramente, mi è stata data un’altra possibilità: sono rinata!
IL NOSTRO MOTTO
Il trapianto è vita. Donare è vivere.
In Italia quasi 2 milioni di persone hanno detto sì alla donazione di organi, tessuti e cellule. Possiamo essere molti di più!