Carissima Lucia(*),

mi appresto a scrivere la lettera che mi hai chiesto per cortesia nei tuoi confronti e in quelli
dell’AIDO, che ho sempre cercato di sostenere con piacere e gratitudine. Non ti nascondo,
però, la fatica di scrivere e di rendere pubbliche emozioni e sentimenti che negli anni sono
diventati sempre più intimi e privati. Ho sbagliato a non dirti subito che “mettere nero su
bianco” o anche solo raccontare le esperienze vissute è diventato molto difficile e
stressante. Non voglio, e sarebbe impossibile, archiviare un’esperienza… ma la mia vita,
con il suo continuo alternarsi di gioia e dolore, sento di volerla condividere solo con chi mi
vuole bene e a cui anch’io ne voglio.
Saranno gli anni e l’età che avanza, fortunatamente!!!, che rendono tutto molto più
complicato; sono altrettanto sicura che “giovani leve” piene di vita e di entusiasmo come
ero io, non vedono l’ora di tornare alla vita e di condividere con tutti la rinascita che
sentono dentro di loro…

 

 

 

Se un giorno riusciremo a vederci, spero di riuscire a spiegarti di persona quello che provo.

Oramai te l’ho promesso e nelle righe che seguiranno scriverò quello che mi hai chiesto…

il massimo che riesco a darti!
Con affetto,
Raffa.

(*)Lucia, responsabile del settore scuola di AIDO Milano, è la persona con la quale

Raffaella ha collaborato per molti anni, raccontando la sua esperienza nelle scuole
superiori.
Accidenti si sta mettendo a piovere… lo sapevo che dovevo rientrare prima e non
esagerare come al solito. Ma è così bello sentire il vento sulla faccia, le gambe che
”volano” e così non ho resistito. Sto correndo ed è meraviglioso; sento il rumore dei miei
passi, il battito del MIO cuore, e nelle orecchie Springsteen che canta “Born to run” e non
mi sembra vero. Il mio pensiero corre, molto più veloce di me, a diciotto anni fa, a quando
non riuscivo neanche più a camminare ed era una fatica anche solo il pensiero di alzarsi
dal letto. Le parole del medico sono ancora nelle mie orecchie: quattro mesi di vita, forse,
in quelle condizioni… Allora tutto sembrava impossibile, non solo correre, ma qualunque
cosa avesse a che fare con il futuro. E invece…
Il trapianto di cuore mi ha ridato la vita con tutto il suo alternarsi di gioie e di dolori. Quanto
amore ho potuto ricevere, e spero, ricambiare!
Penso ai miei genitori, ai miei amici e ad Antonio, mio marito, che è ancora al mio fianco
come allora, a condividere tutto con me, i momenti più bui e quelli più luminosi. Il cuore si
riempie di gratitudine per chi, oggi come ieri, rende possibile questi miracoli. I medici,
certo, ma anche tutti i volontari dell’AIDO, che da anni promuovono una cultura della vita
che cambia il mondo e la vita delle persone.
Penso al mio donatore che, con la sua decisione, mi ha regalato un cuore nuovo ed una
vita intensa e, speriamo, ancora lunga.
Ecco gli ultimi metri, sto arrivando a casa; sono stanca ma felice. La pioggia mi ha
risparmiato…
Le parole della canzone mi accompagnano… ricordo che l’ho ascoltata prima di entrare in
sala operatoria; la riascolto e direi che parla proprio di me…
”Un giorno ragazza, non so quando, noi raggiungeremo quel posto dove realmente
vogliamo andare e lì cammieremo nella luce… ma fino ad allora i vagabondi come noi
sono nati per correre”.

Grazie a tutti.

Raffaella.