Il 2016 è stato connotato da un forte incremento delle attività donative a Niguarda; è più che raddoppiato, infatti, il numero dei prelievi di organi solidi da donatore a cuore battente con un trend in controtendenza sia rispetto a quello storico registrato negli ultimi anni, sia nei confronti di quello medio regionale del periodo. Su scala nazionale i risultati della donazione di organi da donatori in “morte encefalica”, giunti a livelli di eccellenza europea, sono oggi mantenuti relativamente stabili in termini numerici, ma non più in crescita a causa del radicale cambiamento epidemiologico, di eziologia ed età dei pazienti con lesione cerebrale acuta trattati nei reparti di rianimazione/terapia intensiva.

In molti Paesi si è contribuito ad aumentare il numero di donatori grazie allo sviluppo di programmi di donazione di organi in soggetti deceduti per arresto cardiocircolatorio e sottoposti ad accertamento di morte con criteri cardiologici. Su queste orme intende muoversi il Coordinamento locale del prelievo di organi e tessuti per aumentare il potenziale di reperimento nei prossimi anni.

Un Coordinamento che, proprio nel 2016, ha vissuto un cambio del testimone con il conferimento dell’incarico di Coordinatore locale del prelievo ad un medico di Sanità pubblica, la dr.ssa Elisabetta Masturzo, e di Responsabile del prelievo ad un rianimatore, il dr. Marco Sacchi.

A distanza di quasi venti anni dalla Legge quadro sui prelievi del ’99 si avverte fortemente la necessità di un rinnovamento del profilo del Coordinamento che non sia solo statutario, ma che tenga conto delle innovazioni della scienza, ivi inclusa quella organizzativa, e dei mutamenti normativi nel frattempo sopravvenuti anche a livello regionale (leggasi, ad esempio, Legge RL 23/2015). Il Programma Nazionale Donazione di Organi 2017-2019, ha attualizzato tale funzione conferendole un ruolo di intermediazione e di raccordo organizzativo e culturale dei vari livelli dell’organigramma aziendale, nonché di supporto alla governance del processo di donazione.

Alla luce di questi cambiamenti, molte sono le iniziative già avviate, prima fra tutte la implementazione del prelievo e ricondizionamento polmonare da donatore a cuore fermo nella prospettiva di un graduale ampliamento anche ai restanti organi solidi (fegato e rene). Per testare queste nuove procedure in ambiente controllato sono state introdotte tecniche di apprendimento basate su simulazioni e role play in grado di sviluppare, specie nelle prassi infrequenti, automatismi basati sulla pratica e di ottimizzare i tempi e i metodi di apprendimento allargandoli al lavoro di squadra. Il Coordinamento prelievi ha dunque fatto propri strumenti e tecniche orientati all’innovazione e al superamento della visione classica della formazione come azione temporalmente e spazialmente separata dalla quotidianità del lavoro nell’ottica dell’imparare facendo (figura 1).

Nell’ambito delle iniziative sociali di sensibilizzazione nei riguardi della donazione spicca l’importante collaborazione con il Ministero della Salute e il Centro Nazionale Trapianti nell’ambito della Campagna di comunicazione sociale “Diamo il meglio di noi” e la messa in cantiere di un progetto di Medicina Narrativa con il coinvolgimento dei pazienti in lista di attesa o trapiantati, degli operatori e di tutti coloro che desiderino raccontarsi sul tema della donazione.

La narrazione costituisce anch’essa parte della cura o più semplicemente un modo per razionalizzare o sublimare la paura o la fatica.

Figura 1 – Esercitazioni per l’avvio del prelievo e ricondizionamento polmonare da donatore a cuore fermo