È nata negli Stati Uniti la prima bimba al mondo venuta alla luce dopo che la sua mamma s’era sottoposta a un trapianto totale di ovaio.
L’incredibile risultato apre le porte della speranza e della maternità a tutte quelle donne che non possono avere figli a causa dell’asportazione o lesione dell’ovaio, per malattie come il cancro o capaci di causare l’infertilità.
La felice neomamma americana ha 24 anni e ha potuto dare alla luce la sua piccola grazie ai dottori del Centro di Infertilità di Saint Louis, coordinati da Sherman Silber, che le hanno trapiantato un intero ovaio sano donato da sua sorella gemella, il che ha anche azzerato i rischi di rigetto.
La puerpera era entrata in menopausa a soli 14 anni e i dottori, prima dell’ultima operazione, le avevano già impiantato l’involucro esterno dell’ovaio della sorella: con questa tecnica già erano venuti al mondo sei bambini, generati da donne prima sterili, ma questo approccio comporta il rischio che due terzi degli ovuli trapiantati deperiscano e che le donne entrino in menopausa a tre anni di distanza dall’intervento. Questo ha spinto i medici americani a procedere col trapianto integrale dell’ovaio.

La signora ha partorito sua figlia lo scorso 11 novembre, ma la notizia è stata resa nota solo in questi giorni.
L’operazione di trapianto integrale dell’ovaio è stata descritta in un articolo pubblicato sul “New England Journal of Medicine”: i dottori che l’hanno eseguita spiegano che è la prima volta al mondo che viene trapiantato un intero ovaio e che, in seguito a ciò, viene alla luce un bimbo.

Il successo ottenuto con la giovane signora ventiquattrenne lascia ben sperare: i dottori sono convinti che si potrebbero presto affrontare con successo, nel prossimo futuro, i problemi di fertilità delle donne affette da tumori.
Il dottor Silber, principale autore del sensazionale intervento chirurgico, non è nuovo a questo genere di imprese: era stato lui, il 5 gennaio del 2007 a San Francisco, a realizzare il primo intervento sperimentale di trapianto integrale di un ovaio.

In quell’occasione la signora Joy Lagos aveva ricevuto dalla sorella un’ovaia per tornare a essere fertile, dopo essere entrata in menopausa anticipata a causa della chemioterapia e delle radiazioni a cui si era sottoposta per curare con successo un tumore scoperto nel 2004.

Già allora il dottor Silber sottolineava come il trapianto integrale dell’intero ovaio, comprensivo dell’arteria ovarica, potesse garantire alle pazienti operate la piena funzionalità dell’organo trapiantato per decenni e potesse quindi consentire gravidanze in donne prima non fertili.
Alla luce dell’ultimo intervento realizzato con successo a Saint Louis, e dopo la nascita della bimba dalla mamma prima non fertile, si può dire con certezza che il dottor Silber aveva visto giusto.