Royce Young è il papà di Eva, nata morta il 17 aprile.

Royce sapeva che la sua piccola non poteva sopravvivere. Lo sapeva da mesi.

Alla 19esima settimana lui e la moglie hanno saputo che la loro secondogenita aveva una grave malformazione, l’anencefalia, che accade in 3 casi su 10mila e blocca lo sviluppo di parte della scatola cranica e del cervello, ma hanno deciso di portare avanti la gravidanza comunque, nella speranza che Eva potesse vivere in un’altra persona, grazie alla donazione degli organi.

Alla 37esima settimana, si sono accorti che la bambina non si muoveva più. La corsa in ospedale ha confermato che non c’erano speranze neanche per la donazione. Niente battito cardiaco, niente organi vitali. Solo gli occhi.

Eva è stata la prima nello suo Stato, l’Oklaoma, a donare gli occhi, non solo le cornee. I medici stanno studiando un protocollo con il suo nome per casi futuri.

Pubblichiamo la toccante lettera d’amore del padre a sua figlia mai nata, una figlia che non potrà mai conoscere ma che, grazie alla donazione dei suoi organi, può però “sognare di guardare negli occhi un giorno e scoprire di che colore sono”.

“Ho sperato – scrive il papà rivolgendosi alla piccola – che i tuoi reni o il tuo fegato potessero salvare una vita. Non sarà così, ma ne cambierai una. Sapevamo che quella dei trapianti era una speranza limitata. Ci abbiamo provato lo stesso perché una vita vale sempre un tentativo. Sono felice che l’eredità di Eva al mondo siano i suoi occhi. Abbiamo sempre immaginato come sarebbero stati i suoi capelli e il suo naso. Nei brevi minuti che abbiamo passato insieme ho avuto la tentazione di guardare di che colore fossero gli occhi. Non l’ho fatto, aspetto il giorno in cui li incontrerò».

Francesca Boldreghini