13 Gennaio 2017. Ospedale Niguarda. Milano.

Una giornata importante per la donazione degli organi, quella odierna, in cui l’Ospedale Niguarda, e per il suo tramite tutta la città di Milano, apre le sue porte a Reginald Green, padre di Nicholas Green, per l’ultima volta in viaggio nel nostro Paese a causa della sua età avanzata.

Un incontro di sensibilizzazione sul tema della donazione, ma anche un momento scientifico per parlare dello stato attuale della medicina dei trapianti, in particolare del trapianto di cuore.

La conferenza, moderata da Gianni Mauri dell’Ufficio Stampa ospedaliero, si apre con il commosso saluto della Dott.ssa Loredana Luzzi, Direttore Socio Sanitario di Niguarda.

A seguire gli interventi della Dr.ssa Maria Frigerio, Direttore del Niguarda “De Gasperis” Cardio Center, e del collega Dr. Claudio Francesco Russo, Direttore della Cardiochirurgia, che spiegano la necessità, data la discrepanza tra pazienti in lista d’attesa e donatori, dell’utilizzo di apparecchi artificiali che sostituiscano la funzione cardiaca del cuore malato fino al trapianto. Si tratta dei cosiddetti VAD Device, sempre più perfezionati e diffusi nel corso degli anni.

È poi la volta del saluto del Prof. Luciano De Carlis, Direttore del Niguarda Transplant Center, che si offre anche di rispondere all’interessante domanda degli Amici della Fondazione De Gasperis sull’età dei donatori, spiegando che se per cuore e polmoni l’età del donatore possa costituire un limite per l’utilizzabilità dell’organo a causa delle patologie legate all’età anziana, per altri organi e tessuti, tra cui fegato e reni, l’età del donatore non costituisca un limite, come testimoniato dai casi di donazione da grandi anziani, anche ultranovantenni.

Finalmente arriva l’intervento più atteso, quello di Reginald Green, accompagnato e tradotto dall’ormai amico Piero Gallo, Presidente di AIDO Giussano. Reginald ricorda che nel lontano 1994, anno della morte di suo figlio Nicholas, l’Italia era agli ultimi posti per la donazione di organi, ma di come in nessun altro Paese del mondo abbia ricevuto tanto affetto e sostegno.

Ed è questa risposta dell’Italia, il cuore degli italiani, ad aver determinato il cosiddetto “effetto Nicholas, termine coniato ad hoc per descrivere il considerevole aumento delle donazioni di organi seguito alla toccante storia del piccolo Nicholas Green.

Commosso è stato il ricordo di Reginald nel raccontare dei riceventi che hanno avuto una seconda occasione grazie al dono di Nicholas; a partire da Andrea Mongiardo, da poco deceduto per cause non connesse alla malattia cardiaca, che da Nicholas ricevette il cuore a soli 15 anni di età, fino alla giovane donna trapiantata del fegato di Nicholas, proprio nella notte in cui la sua vita si stava spegnendo e che ben presto tornò a brillare rigogliosa, concedendole qualche anno più tardi la gioia della gravidanza e la nascita di un figlio, chiamato proprio Nicholas. In totale furono ben sette i riceventi degli organi e tessuti di Nicholas, che donò tutto: fegato, pancreas, cuore, reni e cornee.

Un impegno costante quello dei Green, di Reginald, della moglie Margaret e della figlia Eleanor, che, con il pensiero costantemente rivolto al loro Nicholas, si dedicano ogni giorno dal 1994, a promuovere la cultura della donazione. Chiaro e semplice il messaggio che portano in giro per il mondo, come spiegato dallo stesso Green:

“Alla tragica morte di un congiunto, corrisponde per i parenti l’occasione più grande e potente della vita, ovvero la chance di salvare vite umane. Vite che un giorno potrebbero essere anche le loro. Ognuno dovrebbe riconoscersi in quel paziente in attesa di trapianto”

Ed ancora, Green ricorda quanto sia importante riflettere ed esprimersi sulla donazione dei propri organi in vita, formulando una scelta personale e consapevole in momenti emotivamente liberi e non soffocati dal dolore della perdita, soprattutto quando questa accade d’improvviso, in un giorno qualunque, magari mentre sei in auto in vacanza.

“Quel giorno Nicholas fu colpito da un proiettile, dopo lo sparo andò in coma e due giorni dopo fu dichiarato cerebralmente morto. Noi avemmo due giorni per pensare a cosa stava accadendo. Ci chiesero se volevamo tenere o donare gli organi. La scelta ci sembrò molto semplice. Li donammo”

“Ci sono molti motivi per cui le persone hanno difficoltà a dire sì alla donazione degli organi. Per me, il principale è che ci coglie impreparati. La morte cerebrale è una morte improvvisa. Le persone vanno in ospedale per incontrare un familiare che sta morendo o che è morto; è il peggior momento della loro vita e prendere questa decisione, insieme a tante altre, è semplicemente troppo per molte persone. E dicono no”

Le ultime parole del padre di Nicholas, non a caso, sono per coloro che dicono di no alla donazione degli organi dei loro cari:

“La maggioranza di coloro che, nel tragico momento del lutto per la perdita del loro caro, si oppongono alla donazione degli organi, il giorno dopo spesso se ne pentono”

Con le immagini di Nicholas che scorrono sul grande schermo della sala conferenza, accompagnate da un ultimo pensiero che suo padre gli rivolge commosso, difficile trattenere le lacrime:

“Nicholas era un appassionato di storie di eroi. Alla fine è riuscito a diventare un eroe”

E non riesce a trattenere le lacrime nemmeno il Dr. Stefano Marianeschi, responsabile della Cardiochirurgia pediatrica di Niguarda, nel ’94 giovane medico dell’équipe di Carlo Marcelletti che effettuò il trapianto di cuore dell’allora quindicenne Andrea Mongiardo.

“Nicholas ha un grande cuore. Voglio che continui a battere”

Ecco le parole che Reginald Green pronunciò quando decise di donare il cuore di suo figlio, parole che hanno segnato profondamente il giovane medico di allora, e che ancora oggi, da professionista affermato, il Dott. Marianeschi ricorda con voce tremante.

AIDO Milano, grazie alla stretta collaborazione con l’Ospedale Niguarda in cui si trova la sua sede, in particolare con la Dr.ssa Elisabetta Masturzo, Coordinatore Locale del Prelievo del Niguarda, e con la Dr.ssa Silvia Colombo, presenza preziosa nelle attività del nostro gruppo, è onorata di aver potuto presenziare all’evento.

Il nostro sentito pensiero oggi è per Nicholas Green, per suo padre Reginald e per sua madre Margaret. Eroe a soli 7 anni, che continua a vivere e vivrà ancora a lungo non solo in quelle sette persone che ricevettero il suo dono, non solo nelle centinaia di piazze, vie, scuole, targhe, riconoscimenti, film, libri, articoli di giornale a lui dedicati, ma soprattutto nella cultura della donazione del nostro Paese, della quale è parte integrante.

Grazie Nicholas!

 

Francesca Boldreghini

Consiglio AIDO Milano