Sabato 29 marzo 2014, Milano. Centinaia di persone affollano lo spazio espositivo del negozio FNAC sito in via della Palla 2. È la Festa dei 1.000 trapianti di fegato al Centro Trapianti di fegato del Policlinico di Milano, traguardo raggiunto il 26 gennaio 2014, in trent’anni di attività del Centro.
Mentre su un maxi schermo scorrono le immagini dei pazienti trapiantati, dei medici e degli operatori sanitari del Centro Trapianti, le emozioni sono palpabili, in un susseguirsi di sorrisi, di strette di mano e di abbracci. I trapiantati ed i loro familiari, accorsi innumerevoli alla festa, si stringono attorno al Prof. Giorgio Rossi ed a tutti i medici ed infermieri che, in questi anni, si sono presi cura di loro.
Accanto al Prof. Giorgio Rossi, Direttore della U.O.C. di Chirurgia Generale e dei Trapianti di Fegato della Fondazione IRCCS di Milano, tanti i medici presenti. Cercando di non omettere nessuno, e partendo dai medici del Centro Trapianti, Dott.ri Umberto Maggi, Lucio Caccamo, Stefano Gatti, Ernesto Melada, Barbara Antonelli, Roberto Lauro, Gianni Paone, Paolo Reggiani, Daniele Dondossola, Ilaria Salati, Gianluca Fornoni, Margherita Cavenago. Tra gli epatologi, Dott.ri Matteo Manini, Francesca Donato, Francesca Agnelli, quest’ultima, ora, dell’epatologia di Niguarda, Dott.sse Elisa Colombo, psichiatra, e Francesca Ferri, psicologa. Anche illustrissimi “ex” del Policlinico, figure “storiche” della scienza trapiantologica, Dott. Michele Colledan, ora Primario a Bergamo, Dott. Bruno Gridelli, ora Primario del Centro ISMETT di Palermo, Dott. Luciano De Carlis, ora Primario del Cenro Trapianti di Niguarda, Ex Primario del Centro Trapianti del Policlnico, Prof Luigi Rainero Fassati. Molti anestesisti del Policlinico, Dott.ri Cristina Marenghi, Fabio Alongi, Franco Valenza, Federica Tallarini, Manuela Gregnanin, Paolo Properzi, Edoardo Quarenghi, Paolo Prato, Alberto Tiby, Sara Froio e tanti altri. Tra gli altri un anestesista che ora lavora all’Istituto dei Tumori e che ha iniziato molti anni fa i trapianti al Policlinico, Dott. Martin Langer. E poi il Dott. Paolo Ronzoni, altro medico anestesista che per moti anni ha collaborato col Policlinico.
Tanti anche gli infermieri, Cristian Carbone, Eleonora Costantino, Pietro Marino, Marianna Crescimbeni, Daniele Rollo, Giulia Bellotti, Anna Somma, Angelica Perazzoli, Filomena Porreca, Alessandra Decarli, Susanna Romanato, Cornelia Gravina, Patrizia Barbonaglia, Bruna Motta, Dario Laquintana, Chiara Sant’Agostino, Nicola e Cristina, solo per fare alcuni nomi. Ed ovviamente anche le segretarie nonché prezioso aiuto nell’organizzazione dell’evento Donatealla Dessì, Margherita Viola, Gigliola Tinor e Silvia Sirchia.
Tanti nomi, ma non abbastanza. Tanti altri meriterebbero di essere menzionati, ma è ovviamente compito troppo arduo per chi scrive.

L’atmosfera che si respira è quella di persone di famiglia che si ritrovano dopo tanto tempo. La commozione dei pazienti trapiantati, tutti con il cuore colmo di gratitudine per quegli anni di vita che non avrebbero avuto senza l’operazione di trapianto, si unisce alla commozione dei medici e degli operatori sanitari per il tanto affetto ricevuto dalle persone salvate dal loro operato, un affetto dal quale, a loro stesso dire, traggono ogni giorno la forza e la motivazione necessarie per proseguire in una professione bellissima ma allo stesso tempo molto difficile.
Ma per l’operazione di trapianto, l’eccellenza dei medici, delle tecniche chirurgiche e delle strutture ospedaliere è condizione necessaria ma non sufficiente, perché condizione altrettanto necessaria è il dono dell’organo da parte di una persona che non c’è più e che, con il suo dono d’amore, fa della sua morte dono di vita per gli altri. A ricordarlo è il Presidente di AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule) Gruppo Speciale Milano, Dott. Maurizio Sardella, che apre le danze dei prestigiosi interventi della mattinata.
Il Presidente Sardella ripercorre le origini della più celebre Associazione italiana di donatori di organi, a partire dalla DOB, Associazione Donatori Organi di Bergamo, nata per iniziativa di Giorgio Brumat il 14 novembre 1971, fino all’AIDO, fondata, sempre a Bergamo, il 26 febbraio 1973, e poi diffusasi, negli anni, su tutto il territorio italiano e presente, nella città di Milano, con AIDO Gruppo Speciale Milano, che nasce nel lontano 1977 ed annovera, ad oggi, circa 31.000 iscritti. “Trapianto è vita”, recita lo slogan dell’AIDO e, come afferma Sardella, non esiste occasione migliore di questa, in cui si celebrano 1.000 vite salvate dal trapianto, per capirne il senso profondo. Divulgare la cultura della donazione sul territorio milanese, continua il Presidente, è la missione di AIDO Milano, un compito portato avanti con il massimo impegno e con un ventaglio di attività che vanno dalla sensibilizzazione sul tema effettuata nelle scuole, al periodico notiziAIDO, ai banchetti informativi, al sito internet www.aidomilano.it ed al nuovissimo Facebook AIDO Gruppo Speciale Milano. Sardella conclude ricordando una delle ultime sfide di AIDO Milano: farsi promotori ed allo stesso tempo parte attiva di un progetto con il Comune di Milano affinché si dichiari la volontà o meno di donare i propri organi al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità.

Un traguardo così importante, quello raggiunto dal Policlinico, di cui tutta la città di Milano è fiera ed orgogliosa. A testimoniarlo, direttamente il Sindaco Giuliano Pisapia, il quale, felice del fatto che il prestigioso New York Times abbia dedicato due pagine intere alla nostra città per celebrarne i grandi successi anche in campo medico, sottolinea l’importanza, specie nell’attuale momento di crisi, di saper comunicare e dimostrare come Milano sia un punto di riferimento mondiale nella scienza medica e nella ricerca. Dopo aver ringraziato il Prof. Rossi e tutta l’équipe medica del Policlinico, svela un suo rammarico, proprio quello di non essere diventato medico.

È mezzogiorno, finalmente arriva l’intervento più atteso, quello del Prof. Giorgio Rossi. E siccome quando parlano i grandi, non si può fare altro che ascoltare muti, chi scrive non farà altro, qui di seguito, che riportare in toto (o quasi) la sua presentazione (qui orfana, purtroppo per chi legge, delle bellissime diapositive visionate).
“Parlare del trapianto di fegato al Policlinico di Milano vuol dire parlare del trapianto di fegato anche in Italia, perché il primo trapianto in Italia è stato fatto al Policlinico. È il primo programma italiano. Il tutto nasce nel Padiglione Monteggia, ormai non più esistente, nel 1952, dove siamo stati, all’ultimo piano, fino al 2004, anno in cui ci siamo trasferiti nel Padiglione Zonda.
Dicevo nel 1952 perché in quell’anno il Prof. Vittorio Staudacher presentò alla Società Italiana di Chirurgia il primo trapianto di fegato sperimentale nel cane e tra l’altro, dopo molti anni, nel 2012, questo primato italiano è stato riconosciuto a livello internazionale, con una pubblicazione, che peraltro riporta anche il nome di Starzl. Il primo trapianto in via sperimentale al mondo venne fatto proprio lì, al Monteggia. Poi il Prof. Staudacher lasciò la strada del trapianto di fegato per dedicarsi alla chirurgia d’urgenza ed invece il Prof. Dinangelo Galmarini, allora ancora Dott. Galmarini, continuò su questa strada. Il Prof. Galmarini è veramente il pioniere dei trapianti di fegato in Italia, è tuttora vivo e sta bene. In quegli anni, ’60/’70, il Prof. Galmarini portò avanti un’attività sperimentale che illustrava in varie sedi, parlando, ad esempio, del trapianto di fegato del maiale, alla Fondazione Carlo Erba ed alla Società Lombarda di Chirurgia. Tutto ciò, per quei tempi, era veramente qualche cosa di stranissimo, L’autorizzazione all’operazione di trapianto non c’era ancora, e così il Prof. Galmarini mise “in circolazione” con un adulto in condizione di morte cerebrale irreversibile un bambino in insufficienza epatica acuta per un’epatite fulminante, ossia il sangue del bambino entrava nel corpo dell’adulto e veniva in un certo senso depurato dal fegato di questo “donatore” e poi rientrava depurato nel circolo del bambino. Dobbiamo attendere fino al 1982, quando in Italia arriva l’autorizzazione al trapianto di fegato clinico, sui pazienti, ed è da qui che si parte. C’è una bellissima fotografia scattata nel 1982 nella vecchia Università di Padova, che ritrae il Prof. Starzl, il primo ad aver effettuato il trapianto di fegato nel 1967 in ambito clinico, insieme al Prof. Fassati ed al Prof. Galmarini e questo era il gruppo dei trapianti alla partenza nel 1983: il Direttore Prof. Dinangelo Galmarini, a cui poi è succeduto il Prof. Luigi Rainero Fassati, a cui poi sono succeduto io, l’epatologo Prof. Doglia e la Prof.ssa Faenza. In un’altra foto, il gruppo dei trapianti qualche anno dopo: il Dott. Michele Colledan, il Dott. Bruno Gridelli, il Dott. Luciano De Carlis, che poi sono migrati, il primo a Bergamo, Il secondo a Palermo ed il terzo a Niguarda.
Per darvi un’idea, in numeri, di cosa è cambiato, il pioniere dei trapianti Starzl, nel 1985, in un suo lavoro presentava una mappa dell’Europa dove metteva un puntino più o meno grande a seconda del numero dei trapianti che erano stati fatti, esempio Parigi puntìno grande 11 trapianti e c’è già un puntino piccolo su Milano e su Roma. Questi erano anni in cui in tutta Europa si facevano 70/80 trapianti all’anno. I numeri oggi sono enormemente cambiati. Nel Registro Europeo dei trapianti, a dicembre 2011, si parla di 107.000 trapianti, e di circa 6.000 trapianti di fegato ogni anno.
Tornando a parlare del Padiglione Monteggia, lì è partito il primo programma italiano dei trapianti di fegato nell’adulto, poi, nel 1988, è partito il primo programma di trapianto pediatrico, è stato fatto il primo trapianto dei bambini con fibrosi cistica e sempre lì si è cominciato per primi in Italia a fare il cosiddetto “split”, cioè a dividere il fegato per farne due organi, uno per un adulto e uno per un bambino. Il trapianto di fegato pediatrico è partito in Italia nel 1988, spinto molto e poi continuato dal Dott. Bruno Gridelli e, appunto, il programma split, partito, in Italia, nel 1993 e poi intensificato nel 1997, rappresenta la maggior parte dei trapianti nei bambini e presenta il risultato importantissimo che la mortalità dei bambini in lista d’attesa è zero.
Arrivando ai risultati, il 26 gennaio abbiamo fatto il millesimo trapianto di fegato, adesso siamo arrivati a 1009, alcuni sono anche trapianti combinati di fegato e rene, e 150 sono i trapianti in pazienti di età pediatrica, da 3 mesi a 16 anni.
I pazienti trapiantati arrivano prevalentemente dall’area del nord, però provengono anche da tante altre aree, e poi abbiamo molti pazienti che arrivano dalla Romania e dall’Egitto, oltre 50 trapianti di fegato sono stati fatti in pazienti extracomunitari. Poi ci sono dei casi un po’ strani, come una cittadina cinese che aveva tentato di sciogliere i calcoli con un’erba particolare ed anziché sciogliere i calcoli ha sciolto il fegato…
Quanto all’andamento dei trapianti negli anni, ormai siamo intorno ai 50 trapianti di fegato all’anno.
Quanto ai risultati, quanto emerge dal Registro Europeo è, per Milano Policlinico, una sopravvivenza a dieci anni dal trapianto del 71%, mentre la media europea è del 61%, quindi i risultati sono decisamente molto buoni, tenendo presente che le condizioni di partenza di questi pazienti sono ovviamente molto brutte, con un’aspettativa di vita molto bassa.
Tutto questo grazie ad un’attività multidisciplinare, ad una sinergia tra competenze cliniche: epatologi, anestesisti, radiologi, psichiatri, pediatri, infermieri.
E poi non dimentichiamo il ruolo della Direzione sanitaria, del NIPt (Nord Italia Transplant Program) il Centro interregionale di riferimento che coordina la distribuzione degli organi nelle aree interessate e che fu fondato dal Prof. Sirchia nel lontano 1976, il Centro Nazionale Trapianti e le Associazioni di volontariato che danno un supporto istituzionale ed organizzativo”.
Citando anche il ruolo di AIDO Milano, per la gioia di chi scrive, il Prof. Rossi conclude il suo magnifico intervento con un appello al Sindaco di Milano affinché si attui anche nel nostro Comune il progetto “donazione nella carta d’identità”, già attuato con successo dalla Regione Umbria.

Segue l’intervento del Dott. Luigi Macchi, Direttore Generale Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, che dopo aver ricordato il Prof. Rossi e tutti i grandi medici dallo stesso citati, tutto il personale sanitario e le Associazioni del Policlinico, ringrazia i medici del Centro Trapianti dell’ospedale per la razionalizzazione attuata grazie al percorso, intrapreso dalla Fondazione, delle “unit”, vale a dire la costituzione di équipe multidisciplinari, per mettere a disposizione la propria conoscenza tecnica al pari di altri, al fine di migliorare le condizioni dei malati. Un percorso, insomma, costruito su assistenza e terapia del malato, un percorso facile da spiegare ma difficile da attuare. Il Direttore, commosso dalla presenza di tanti trapiantati, ricorda come, per i pazienti, la Fondazione diventi una seconda, ed in molti casi anche una prima, casa e conclude affermando che la Fondazione continuerà a mettersi al sevizio dei cittadini, com’è nella sua tradizione, per una sanità pubblica capace di dare concreti risultati.

Di seguito, il Dott. Alessandro Nanni Costa, Direttore generale del CNT, Centro Nazionale Trapianti. Il Direttore afferma che l’Italia ha una posizione di leadership nei trapianti ed è una leadership riconosciuta a livello europeo. A sostegno di questa affermazione, porta l’esempio della Russia che, lo scorso anno, in un accordo con il Governo italiano, siglato a Trieste, ha scelto l’Italia come sistema di riferimento per lo sviluppo delle donazioni e dei trapianti. Nanni Costa riporta con orgoglio anche il dato del primato italiano, tutto milanese, per il numero di split (tecnica prima spiegata dal Prof. Rossi) e conclude ringraziando pubblicamente il Prof. Sirchia, il Prof. Rossi ed il lavoro di tutti coloro che hanno fatto dei trapianti un’eccellenza italiana.

È la volta di un altro attesissimo intervento, quello del Prof. Girolamo Sirchia, che, dopo aver lodato il coraggio e la lungimiranza dei pionieri dei trapianti, grazie ai quali questa operazione chirurgica, sulla quale nessuno avrebbe scommesso, si è trasformata in una pratica clinica che ha salvato la vita di migliaia di persone, ricorda l’importanza di una cultura della donazione. Di grande sensibilità è il suo pensiero per le famiglie dei donatori, che hanno dato con il loro sacrificio, con la loro sofferenza, un grande contributo alla salute degli altri. “Questa è la civiltà”, conclude commosso.

Penultimo prestigioso intervento, quello del Dott. Sergio Vesconi, Coordinatore Regionale Prelievo di organi e tessuti Regione Lombardia, il quale riporta il dato del livello di opposizione alla donazione in Lombardia, che oscilla tra il 25 ed il 28%, un dato da migliorare ulteriormente, attraverso azioni di informazione nelle scuole, in sinergia con AIDO. Sempre citando AIDO Milano, Vesconi si unisce all’appello del Prof. Rossi al Sindaco di Milano, al fine di concretizzare insieme agli Uffici di Angrafe ed alle ASL un lavoro di facilitazione dell’espressione della volontà di consenso alla donazione degli organi.

A chiudere gli interventi è l’Avv. Ernesto Vitiello, Presidente Associazione Italiana per la prevenzione e cura dell’epatite virale Beatrice Vitiello, COPEV, associazione che nel 1991 è riuscita ad ottenere l’importantissimo risultato della vaccinazione obbligatoria contro l’epatite B, diventata poi operativa nel 1992.

Nel pomeriggio l’atmosfera si fa più ludica e scherzosa… del resto è una festa! E in una festa che si rispetti non possono mancare delizie per il palato, rockmusic live, una lotteria con i medici che fanno da anchormen, il premio “io e il mio animale” (che c’entri qualcosa la passione cinofila del Prof. Rossi?).

Poi, di nuovo, l’atmosfera si fa più introspettiva ed “impegnata”, con lo spazio reading pensato e realizzato dalla giovane e frizzante Giulia Boniardi, trapiantata a 16 anni di età, in cui alcuni trapiantati “scrittori” hanno generosamente condiviso le loro esperienze di sofferenza e di rinascita: la stessa Giulia, Antonella Bielli, Margherita Giglio, Giuseppina Savarese, Marco Zio e Annalisa Piccerillo.

Proiettati anche alcuni filmati riguardanti la storia toccante di alcuni trapiantati, alcuni prodotti dai medici del policlinico, altri dagli stessi pazienti.

Tra le iniziative più belle della giornata, senz’altro quella di Carlo Serini, che ha donato al Prof. Rossi una targa con i nomi di tutti i mille trapiantati.

Per concludere con lo slogan di questa giornata storica, “1.000 di questi giorni!”, giorni di gloria, giorni di vita!

Francesca Boldreghini
Consiglio AIDO Gruppo Speciale Milano

Ringraziamenti per la collaborazione alla stesura dell’articolo: Dott. Umberto Maggi, Infermiere Cristian Carbone e tutto il Gruppo Facebook 1000 trapianti di fegato al Policlinico di Milano

Scuse: mi scuso per tutti i nomi di medici, infermieri e trapiantati che ho involontariamente omesso ed invito tutto il Gruppo dei 1000 trapianti a segnalarmi ogni dimenticanza o errore nella stesura dell’articolo

Dedico l’articolo a mio padre Luciano, rinato l’8 maggio 2009, e a mia madre Carla, che gli è sempre stata accanto in quella difficile esperienza.